Come vedere il mondo by Nicholas Mirzoeff

Come vedere il mondo by Nicholas Mirzoeff

autore:Nicholas Mirzoeff [Mirzoeff, Nicholas]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Johan & Levi
pubblicato: 2017-01-14T23:00:00+00:00


La città imperiale

Cominciamo da Parigi, la città più visitata al mondo. Secondo il ministero del Turismo francese, poco meno di trenta milioni di persone all’anno la scelgono come meta, eclissando i circa due milioni e mezzo di abitanti che risiedono entro i venti arrondissement centrali.3 La città si è meticolosamente preparata ad accoglierli. La torre Eiffel, costruita per l’Esposizione universale del 1889, di notte si illumina; statue ottocentesche un tempo trascurate brillano dopo un recente restauro; i palazzi sono stati ripuliti dal fumo di carbone che li anneriva. Nella bella definizione di Walter Benjamin, Parigi era un tempo “la capitale del XIX secolo”.4 Ora è il più grande museo del mondo, il museo del XIX secolo dove i turisti vanno in cerca di un passato ormai estinto – felicemente rievocato da Woody Allen in Midnight in Paris (2010) – come quello dei surrealisti degli anni venti o degli impressionisti degli anni settanta dell’Ottocento.

La Parigi ottocentesca era una città-mondo in cui l’osservatore urbano rivendicava un certo potere culturale nel vedere senza essere visto. Esistevano limiti precisi a questo potere. Probabilmente oggi non molti turisti si rendono conto del fatto che i grandi boulevard in cui passeggiano furono ampliati negli anni sessanta dell’Ottocento dal barone Haussmann, prefetto della città, per predisporre una chiara linea di tiro contro potenziali rivoluzionari. La Parigi-museo ha uno scarso rapporto con la sua stessa storia. Deve la sua popolarità a una visione nostalgica di una città da tempo scomparsa.

Ma, ancora una volta, non è una novità. Nel 1855 Honoré de Balzac annunciava ai suoi lettori: «Ahimè, la vecchia Parigi sta sparendo con celerità spaventosa».5 E Baudelaire aggiungeva pochi anni più tardi: «La vecchia Parigi ormai scompare».6 Il pioniere della fotografia Charles Marville divenne famoso intorno al 1850 per le sue foto delle vecchie strade, realizzate poco prima delle demolizioni che fecero spazio ai nuovi viali.

In queste fotografie non compaiono persone. Erano gli edifici, non i loro abitanti impoveriti, a suscitare la nostalgia. Haussmann demolì la vecchia Parigi allo scopo di proteggere l’imperatore Napoleone III dalle insurrezioni popolari: i vecchi quartieri rivoluzionari furono abbattuti e i lavoratori dovettero trasferirsi fuori dal centro cittadino in quella che nel XX secolo divenne la cosiddetta “cintura rossa” (ovvero radicale). Molte delle contemporanee città globali hanno finito per assumere la stessa configurazione: un nucleo ricco con servizi efficienti, circondato da gente che vive in modo precario in insediamenti informali. Il centro è ben visibile, attivamente esibito a uso dei turisti, mentre la periferia è invisibile, nascosta a tutti, eccetto che ai residenti.

Parigi è divenuta famosa come ville lumière, la città delle luci, un soprannome che ha origine nel Settecento all’epoca delle prime installazioni di lanterne da strada con riflettore riverberante. All’inizio del XIX secolo l’illuminazione a gas consentì di passeggiare e fare acquisti in città anche di notte. Per facilitare questo nuovo passatempo Parigi creò i suoi passages, file di negozi coperti da un tetto di vetro e provvisti di riscaldamento per l’inverno. I negozi iniziarono a esporre un nuovo cartello: “Ingresso libero”.



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